“Ritornate a me con tutto il cuore” (Giole 2,12)
Per la Chiesa, la Quaresima è il memoriale
di Cristo ed è anche un tempo propizio per partecipare al suo mistero di
cammino verso la Pasqua.
Qual è il significato di questo
tempo liturgico?.
È tempo per vivere la conversione, ma sapendo che questa
«metanoia» è sempre un confronto con Cristo, si tratta di
lasciarsi convertire e salvare da Cristo.
Per compiere questo cammino di
conversione, la Chiesa
si impegna in queste tre dimensioni:
Un cammino di fede più consapevole.
L'ispirazione battesimale di
questo tempo richiama tutti i cristiani a rivivere con intensità quella
dimensione del battesimo che mai deve finire, cioè quella di essere sempre in
un «catecumenato », in un ascolto
costante della parola di Dio, con il quale il cristiano è sempre impegnato in
una mai del tutto raggiunta conversione, se questa si misura con la parola di
un altro, con la Parola
che è l'Altro. Cristo è sempre il « Rivelatore»
in questo cammino di fede.
La Quaresima inizia con
l'atto in cui la Chiesa
ripete la parola evangelica che è pure degli apostoli all'inizio del loro
ministero nella Pentecoste: « Convertitevi e credete al
Vangelo»(Mc 1,15). Convertirsi, per la Chiesa significa misurarsi con Cristo, Parola del
Padre.
Un ascolto più assiduo della Parola.
Un cammino di fede non può essere
fatto senza un riferimento alla Parola che la Chiesa distribuisce con abbondanza in questo
tempo santo. Nel deserto Gesù vince con la parola di Dio e addita la parola che
esce dalla bocca di Dio come alimento. Nella
trasfigurazione si ode la voce del Padre che rivela la sua Parola: « Ascoltatelo! ».
Come anticamente i catecumeni
erano particolarmente istruiti in questo tempo, la Chiesa vuole dare uno
spazio più ampio alla parola letta e meditata, con appropriate celebrazioni
della Parola.
Una preghiera più intensa.
Il Cristo orante che viene
presentato nelle due prime domeniche della Quaresima mette la Chiesa davanti ad una
esigenza interiore. La preghiera personalizza e storicizza, per così dire, la
parola ascoltata. Gesù vive così il suo mistero pasquale. E la Chiesa viene richiamata ad
una più intensa preghiera, a questo « deserto» dove - come nell'esperienza di Gesù - la
preghiera può essere lotta (ascesi-purificazione), può
essere anche gloria (mistica-illuminazione), ma è sempre comunione con Dio.
Un
itinerario di conversione.
La
quaresima
diviene, in
questo
modo, il
tempo “forte” per eccellenza della fede, della conversione e del ritorno a
Dio.
«Dal rito delle ceneri con cui la quaresima si apre, alle letture, alle formule sacerdotali, che con variata insistenza ne svolgono la tematica costante, è tutta una ricchezza da scoprire e da valorizzare ... Emergono infatti nella liturgia quaresimale continui richiami al senso cristiano del peccato, all'umile preghiera con cui si esprime la volontà di conversione. E lutto questo, in un contesto comunitario-ecclesiale, che accentua la portata di tutta l'ascesi quaresimale, e ne accresce non poco l'efficacia» (EP 83).
Il messaggio
biblico del ciclo C - diversamente da quello del ciclo A, che è tipicamente battesimale e del ciclo B, che è cristologico-pasquale - sviluppa in modo organico il tema della penitenza-conversione.
Una tale riflessione è quanto mai
opportuna, anzi
necessaria, nello sviluppo armonico
dell' itinerario di fede. Il tempo di avvento-natale, infatti, ponendoci di fronte al grande evento del Cristo, ha suscitato nell’uomo l' atteggiamento di fede e di speranza; le domeniche ordinarie
ci hanno consentito di approfondire la personalità e l'opera di Gesù, partendo dalle parole-gesti
iniziali del suo ministero, e di scoprire il nostro fondamentale impegno di discepoli, divenuti tali in forza della
fede e del
battesimo.
La visione delle cose, tuttavia, non sarebbe realistica se trascurasse un fatto capitale: anche se discepolo del Signore, il battezzato
rimane sempre esposto all'infedeltà, al peccato e al tradimento. La sua natura umana, per la colpa delle origini, lo rende debole, soggetto al peccato, facile al rifiuto di Dio e della sua parola.
Tutto ciò è certo, ma non è senza rimedio. Dio, Padre buono, dà ai suoi la possibilità - dopo l’arresto che viene segnato dalla colpa - di riprendere il
cammino, di
rimettersi
sulla strada giusta, di ritornare a lui, per poter giungere a rinnovare nei sacramenti pasquali, l'impegno di fedeltà e di servizio.
La tematica penitenziale della quaresima nell' anno C si
muove e si sviluppa su due linee convergenti
tra loro: le pericopi evangeliche seguono una pista «teologica» che parte dalla fede (I dom.) giunge al battesimo (II dom.) inculca la necessità della conversione
postbattesimale (III dom.), culmina nella riconciliazione sacramentale (IV dom.) e sfocia nella vita nuova; i brani
biblici dell’ A.T., che costituiscono la I lettura, indicano invece una pista «storico-salvifica » che
ripropone
avvenimenti
fondamentali della vicenda di Israele e vede protagonisti i personaggi-chiave della storia della salvezza, e cioè in ordine: Abramo, Mosè, Giosuè, Isaia; ed ha sempre come tema di fondo, la conversione.
Ecco la Quaresima:
la Chiesa
invita i suoi figli a intraprendere questo cammino con un gesto e una parola.
Il gesto è quello della cenere con cui viene cosparso il capo dei singoli e di
tutti i fedeli mentre la parola è: “Convertiti e credi al Vangelo”.
Con questo bagaglio il cristiano si inoltra nel pellegrinaggio quaresimale
che porta verso la Pasqua:
la coscienza della sua fragilità – la cenere- e l’impegno nell’opera più significativa:
la fede e la conversione. Ma come è possibile tenere insieme questi due aspetti
senza essere presi dallo spavento? Da una parte la coscienza del proprio nulla
e dall’altra il senso sublime della vocazione: essere profondamente
evangelizzati, ossia raggiunti da un annuncio che genera gioia e vita.
Un gesto e una parola aprono il
cammino della Quaresima.
Ma la cenere prenderà corpo e la
parola si farà carne solo per opera dello Spirito Santo a condizione che lo
lasciamo agire in noi come lievito nella pasta e vigiliamo con cura perché
nessuno ci sottragga l’olio che fa ardere la lampada del nostro cuore.
Si potrebbe partire dal Mercoledì
delle Ceneri in cui sarebbe bello dare uno spazio particolare ai bambini.
Lasciarli venire per primi a ricevere le
Ceneri, oppure essere loro a condurre per mano gli adulti proprio per
evidenziare il carattere di docilità più che di attività nello stesso cammino
penitenziale. Un altro aspetto potrebbe essere quello di rendere più
“spirituale” lo stesso simbolo della cenere aggiungendovi del profumo per
evidenziarne l’aspetto di letizia e di consolazione secondo quanto si legge nel
Vangelo del giorno: “ ma tu profumati il capo”. Sia nella predicazione che nella
gestualità si potrebbe valorizzare di più il fatto di impegnarsi a fare lo
spazio, a farsi inondare come appunto fa il profumo. Nella Chiesa antica era il
giorno della presentazione dei Catecumeni alla comunità, come pure dei
penitenti. Si potrebbero presentare i nomi di quanti riceveranno il Sacramento
della Confermazione o, ancor meglio, presentarli alla comunità facendo scrivere
il loro nome su un libro e riconsegnando loro la preghiera del discepolo: il
Padre nostro.