Nella
sacrestia si può ammirare, inserito tra le due grandi finestre che si aprono
sul cortile del Vescovo, un armadio-reliquiario del 1616-18 commissionato dal
vescovo Girolamo Giovannelli e destinato a contenere le reliquie dei Santi,
come mostra l’accentuata monumentalità che lo distingue dagli altri mobili
dell’ambiente, di più austera semplicità. La base presenta sul fronte al centro
un fregio ligneo scolpito in forma di croce, ai quattro spigoli applicazioni
metalliche a motivi vegetali. L’alzata termina con una trabeazione piuttosto
imponente sostenuta da colonne scanalate e sormontate da capitelli corinzi. Sopra
al timpano ricurvo lo stemma vescovile di mons. Giovannelli in legno dipinto.
Sul lato opposto: un armadio a tre ante del XVII sec. in noce. Il mobile fa
parte dell’arredamento della sacrestia ordinato dal vescovo Giovannelli;
difatti, ripete il medesimo stile degli altri arredi analoghi dell’ambiente.
Presso la porta d’accesso alla Curia vescovile e nel lato opposto si ammirano due mobili in noce del sec.XVII, opera di artigiani locali commissionata dal vescovo Giovannelli.
L’elemento
caratterizzante e unificante è l’iterazione della colonna scanalata che
scandisce le ante e rudentata da un capitello ionico.Nella fascia superiore, in
corrispondenza dei capitelli, dadi in cui sono intarsiati alternativamente
gigli e stelle. Il fastigio, su ognuna delle otto ante, è arricchito da due
volute e da pinnacoli formati da cinque monti sovrapposti, cioè lo stemma
dell’infaticabile vescovo.Sotto il fastigio, due iscrizioni: nel primo mobile
AD USUM / RMI EPISCOPI / ARCHI ( ad uso del Reverendissimo Vescovo Arciprete );
nel secondo mobile BENEFI / TIATORUM / RR / CANO / NICORUM ( ad uso dei
beneficianti reverendi canonici ).
Sempre presso la porta d’accesso alla Curia vescovile si trova l’armadio degli Oli Santi, in stile barocco, opera di Vincenzo Domenico De Donatis, donato nel 1937 da mons. Vincenzo Bruni, a forma di tempietto dal timpano spezzato che poggia su due colonnine tortili percorse da due sottili strigliature, impreziosite dall’intaglio di elementi vegetali, concluse da capitelli corinzi compositi. I De Donatis sono attivi in Sora già dal XVIII secolo, allorché il loro capostipite, l’architetto svizzero Cristoforo De Donatis, giunse qui per progettare le chiese di S.Rocco e S.Silvestro a Sora e di S.Maria Assunta ad Atina. I discendenti furono abilissimi ebanisti ed intagliatori e le loro opere sono ammirate, tra molte altre, a Casamari.Nella sacrestia sono conservati alcuni dipinti: un’Annunciazione della fine del sec.XVI, opera di pittore locale; un’Addolorata in gloria, sec.XIX, a cui si rivolgono S.Gennaro a sinistra, vescovo e compatrono del Regno, nell’atto di offrire alla Madonna un modellino della città di Sora, e, a destra, S.Giuliano martire in abbigliamento militare; un altro dipinto del sec.XVII raffigura l’Immacolata Concezione in gloria tra cherubini alati e S.Giuseppe, S.Biagio, S.Domenico di Guzman e S.Ignazio di Lodola.
Armadio
a tre ante del XVII sec. in noce. Il mobile fa parte dell’arredamento della
sacrestia ordinato dal vescovo Giovannelli; difatti, ripete il medesimo stile
degli altri arredi analoghi dell’ambiente.
Caratteristica
del mobile è l’assimilazione ai moduli architettonici del tempio
classicheggiante nel timpano spezzato in cui si inserisce un’edicola e nelle
lesene scanalate che imitano le paraste degli edifici pubblici e privati più
ragguardevoli.
Armadio
a tre ante del XVII sec. in noce. Il mobile fa parte dell’arredamento della
sacrestia ordinato dal vescovo Giovannelli; difatti, ripete il medesimo stile
degli altri arredi analoghi dell’ambiente.
Caratteristica
del mobile è l’assimilazione ai moduli architettonici del tempio
classicheggiante nel timpano spezzato in cui si inserisce un’edicola e nelle
lesene scanalate che imitano le paraste degli edifici pubblici e privati più
ragguardevoli.
Nell’edicola
in alto è raffigurata l’Assunta con tunica rossa e manto azzurro su cielo
dorato di iconografia piuttosto consueta.All’interno delle ante, pitture
ottocentesche ad olio entro cornici dorate: in basso, su due lati,
l’Annunciazione; in alto, angeli tra nubi con i simboli del martirio.
Mobile
in noce del sec.XVII, opera di artigiani locali commissionata dal vescovo
Giovannelli. L’elemento caratterizzante e unificante è l’iterazione della
colonna scanalata che scandisce le ante e rudentata da un capitello ionico.
Mobile
in noce del sec.XVII, opera di artigiani locali commissionata dal vescovo
Giovannelli. L’elemento caratterizzante e unificante è l’iterazione della
colonna scanalata che scandisce le ante e rudentata da un capitello ionico.
Armadio
degli Oli santi in stile barocco, a forma di tempietto dal timpano spezzato che
poggia su due colonnine tortili percorse da sottili strigliature, impreziosite
dall'intaglio di elementi vegetali, concluse da capitelli corinzi compositi
(Vincenzo Domenico De Donatis 1937).
Addolorata
in gloria, a cui si rivolgono S.Gennaro a sinistrea, vescovo e compatrono del
Regno, nell'atto di offrire alla Madonna un modellino della città di Sora, e, a
destra, S.Giuliano martire in abbigliamento militare (sec. XIX).
Immacolata
concezione in gloria tra cherubini alati e S.Giuseppe, S.Biagio, S.Domenico di
Guzman e S.Ignazio di Loyola (sec.XVII).