Subito
dopo aver varcato il portale romanico, ecco apparire la maestosa semplicità
dell'impianto basilicale
diviso
in tre navate da una doppia fila di sei pilastri che sorreggono archi ogivali;
la navata di sinistra conta sei cappelle, quella di destra sette.
La tripartizione attuale ricalca la suddivisione tricellulare del santuario romano, utilizzandone i muri perimetrali; la parete di fondo si staglia in tutta la sua imponente bellezza , liberata dagli stucchi del restauro del 1916 e riportata al nudo aspetto primitivo nel 1977; essa costituiva l'alzato del santuario pagano.
La muratura, come in tutto l'impianto romano, è in opera quadrata di IV
maniera, in blocchi isodomi di calcare travertinoide posti di testa e di taglio
e con i filari superiori lievemente aggettanti sull'inferiore. Sono ben
distinguibili la fase romana da quella della fine del XIII secolo, come la
cortina in pietre rozzamente lavorate e irregolari nella zona superiore
suggerisce. Gli altri lati perimetrali del tempio sono nascosti dai dipinti
delle navate laterali.
Sulla porta d'accesso, all'interno, si possono ammirare tre tele inserite in un trittico ligneo di noce intagliato, a colonnine tortili che scandiscono tre nicchie che le accolgono: nella centrale è dipinta l'Assunta, nelle laterali S.Pietro e Paolo.
Il dipinto, del 1933, è opera di Aurelio Mariani, pittore velitrano, mentre la
ricca cornice è di artigiani locali su disegno dell'arch. Saltelli. Sono andati
perduti purtroppo nell'incendio del 1916 un quadro dell'Annunciazione di
Giuseppe Cesari, cioè il Cavalier d'Arpino, e un affresco sulla volta della
sacrestia raffigurante l'Assunta in gloria del 1814.
Trittico
ligneo di noce intagliato, a colonnine tortili che scandiscono tre nicchie che
le accolgono: nella centrale è dipinta l'Assunta, nelle laterali S.Pietro e
Paolo.
Il dipinto, del 1933, è opera di Aurelio Mariani, pittore velitrano, mentre la
ricca cornice è di artigiani locali su disegno dell'arch. Saltelli.