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CONSIGLIO PASTORALE 13/08/2013





RITROVARE LA GIOIA DELLA FEDE E L’ENTUSIASMO
 PER COMUNICARLA

Carissimi,                                                                                                                                                                     
eccoci a condividere un momento di comunione e di confronto, di formazione e di spiritualità, per ritrovare insieme la gioia della fede e l’entusiasmo per comunicarla nella nostra comunità parrocchiale e nella zona di Sora, che con il passare degli anni cambiano velocemente il volto. 
                                                                                                                                                
Noi in questi anni ci siamo interrogati spesso sulle ragioni che rendevano particolarmente urgente oggi capire la nostra presenza nel territorio e come aiutare a credere, e per questo abbiamo operato delle scelte e individuato percorsi, cercando soprattutto di offrire la nostra testimonianza. 
                                                                                   
 Guardando il prossimo anno pastorale che si apre davanti a noi, con le linee pastorali offertaci dal nostro Vescovo, “La tua fede ti ha salvato”, accogliamo in questo nostro incontro la sua provocazione: “ è' necessario che ogni comunità, ogni parrocchia, ogni Consiglio pastorale si domandi: la nostra Comunità sta annunciando, nelle varie forme e attraverso le varie sue attività, Gesù crocifisso e risorto, quindi il Vangelo, o sta facendo solo devozioni e celebrazioni sterili, abitudinarie, stantie ?”

E allora io direi, come continuare a camminare? Quali scelte operare? Come accogliere le sollecitazioni dell’Anno della fede?                                                                        

Per ben accogliere e vivere l’ Anno della fede come una grazia che Dio ci offre è, anzitutto, necessario che noi ne comprendiamo e interiorizziamo le motivazioni di fondo.

Siamo chiamati a prendere coscienza che la fede è il principio e il fondamento della vita cristiana e della Chiesa stessa. Si tratta, quindi, di ritornare al centro, al cuore della nostra vita e della vita della comunità. In verità, la fede - poiché è rapporto con Dio - è sempre da riscoprire, da rifondare, da purificare, da elevare, da far crescere perché di fede - secondo il Vangelo - ne abbiamo sempre poca.

L'Anno della fede ci provoca ancora, dunque, ad andare all'essenziale, a ritrovare l'anima, l’ ispirazione vitale del nostro essere cristiani e del nostro operare.

Una seconda ragione, che sta alla base dell'Anno della fede, attiene alla situazione nella quale viviamo, alle trasformazioni in atto, alla mentalità, ai modelli e agli stili di vita che troppo facilmente si lasciano condizionare dai cambiamenti socio - culturali, presenti anche nel nostro territorio.

La fede, nel contesto attuale, sempre meno si trasmette per semplice tradizione culturale e sociologica,  sempre di più è una scelta personale motivata.

Sono da ben pesare le parole che Papa Benedetto XVI ha pronunciato nell'omelia tenuta a Mestre alcuni anni fa in preparazione al Convegno di Aquileia:
"Oggi questo essere di Cristo rischia di svuotarsi della sua verità e dei suoi contenuti più profondi; rischia di diventare un orizzonte che solo superficialmente - e negli aspetti piuttosto sociali e culturali -, abbraccia la vita; rischia di ridursi ad un cristianesimo nel quale l'esperienza di fede in Gesù crocifisso e risorto non illumina il cammino dell'esistenza”.

Questa situazione rende la scelta di fede, da un lato, più ardua ed esigente; dall'altro, più libera e di migliore qualità. Credere è una sfida di profondità e di libertà!

Soprattutto per questo motivo  credo che sia necessario rivedere seriamente il cammino dell'Iniziazione cristiana dei nostri fanciulli e dei ragazzi.

L'Anno della fede raggiungerà il suo scopo se, e nella misura in cui ci impegneremo per dare maggiore consistenza e profondità al dono prezioso della fede, ne riscopriremo la bellezza, sperimenteremo la luce e la speranza che immette nella nostra esistenza, e la testimonieremo con semplicità ed entusiasmo. E’ importante per rimotivare la fede, che è relazione vissuta con Dio, ricordare, indicare e percorrere le vie che conducono all’incontro con Dio.

1. Come prima via, che apre all'incontro con Dio, indico la preghiera. Scegliere di pregare esprime già un atto di credere in Dio. Nella preghiera occorre cercare la relazione con Dio. Proponiamoci, dunque, di dedicare maggior tempo alla preghiera, rinunciando ad altre cose e sollecitazioni, sostenendo la fatica che, talvolta, la preghiera comporta.

Invito il Consiglio, i gruppi nella parrocchia, le Cappellanie, le catechiste in particolare, a proporre l'iniziazione alla preghiera nel contesto dell'Iniziazione cristiana e, per questo progredire tutti nell'arte della preghiera ed essere testimoni di preghiera. Siamo così chiamati a promuovere nei gruppi e nelle Cappellanie, oltre la celebrazione eucaristica, varie forme di preghiera, promosse da voi laici: adorazione eucaristica, pellegrinaggi a luoghi della fede, liturgia delle Ore, santo rosario.

Lo spirito della preghiera favorirà una esperienza di comunione, rappacificherà gli animi, eliminerà le tensioni e trasformerà ogni litigiosità in accoglienza e comprensione. Soprattutto lo spirito di preghiera saprà favorire forme di serena collaborazione e senza pretese assurde, comprendere le situazioni, essere accoglienti, saper orientare bene le richieste varie delle Cappellanie con le esigenze e i bisogni dell’intera Comunità parrocchiale. Sin da quest’anno, le Cappellanie, non avendo più un sacerdote al loro servizio pieno, dovranno saper riconoscere il valore dell’essere una parte del tutto. D’altra parte la Cattedrale sarà attenta a non spegnere la vivacità e i momenti più significativi di ciascuna da programmare nel tempo.

2. La fede germina ed è nutrita dall' ascolto della Parola di Dio, ascolto meditativo che apre alla preghiera. Questa pratica, nella forma ad esempio di incontri sulla Parola, dovrebbe diventare più  frequente. Momenti di ascolto sono da incoraggiare vivamente in ogni Cappellania e anche insieme ai fanciulli con le loro famiglie, proposti in Avvento e in Quaresima, per riscoprire l'importanza della Parola di Dio nella vita e nell’Iniziazione cristiana.

“La Catechesi degli adulti, la proposta dei  Centri di ascolto, la celebrazione della Lectio divina, sono soltanto alcune possibili proposte educative della fede degli adulti. Possono diventare, queste, veri e propri laboratori della fede, indispensabili particolarmente nei tempi forti dell’anno liturgico”. ( Mons Antonazzo, linee pastorali )

Allora perché non convergere come Consiglio Pastorale e gruppo dei catechisti, ogni Lunedì, per ascoltare insieme la Parola di Dio? Potrà essere questo un serio impegno? Forse con un calendario che abbracci anche le Cappellanie, con momenti in Cattedrale e momenti itineranti nelle varie Cappellanie? Questo potrebbe essere anche uno spazio privilegiato per i cosiddetti ri-comincianti, cristiani che desiderano riscoprire la vita di fede, perché solo in questi momenti c’è spazio per la riflessione – ricerca – conoscenza – creatività. 

E poi si tratta di prendere più seriamente la proposta formativa della Scuola di Formazione Teologica della Diocesi e i vari incontri in parrocchia e nella Zona. Fa pensare come dinanzi ad incontri si usa spesso lo stile di essere assenti ripetutamente privandosi di occasioni straordinarie e uniche per rimotivare il cammino di fede e di vita ecclesiale.

“Anche la formazione degli Operatori pastorali favorirà la pastorale dell’evangelizzazione. Pertanto la ripresa dell’attività dell’Istituto diocesano di formazione teologica “S. Tommaso d’Aquino” risponderà all’esigenza di formazione di laici che, avendo la prima personale preparazione a livello parrocchiale e zonale, possono qualificare ulteriormente il proprio bagaglio teologico-pastorale con la partecipazione ai corsi dell’Istituto”. ”.( Mons Antonazzo, linee pastorali )
  
3. L'educazione e la trasmissione della fede è la finalità del progetto pastorale della Diocesi, focalizzato sul rinnovamento dell'impianto di Iniziazione cristiana.

“ A livello pratico, le parrocchie sono tenute a strutturare il percorso della catechesi per l’iniziazione cristiana, secondo il progetto catechistico della Chiesa italiana. A partire dalla Prima Elementare, o dalla Seconda, è indispensabile accompagnare la crescita dei ragazzi di anno in anno, senza interruzioni. L’anno in cui non si celebra nessun sacramento non può essere considerato un anno  “vuoto” o inutile. Ogni interruzione frantuma il progetto educativo in atto,  e crea dispersione nelle famiglie e nei ragazzi. E’, questo, uno dei motivi per i quali diversi ragazzi abbandonano il percorso della catechesi dopo la Prima Comunione, per poi chiedere direttamente il sacramento della Cresima nell’età giovanile o adulta, solitamente ormai prossimi al matrimonio, ma senza aver vissuto alcun cammino di vita cristiana da diverso tempo”.( Mons Antonazzo, linee pastorali )

Vorrei che il Consiglio si fermasse su queste parole del Vescovo e esprimesse come far emergere il significato che “  i sacramenti presuppongono e alimentano la fede”.
Si tratterà di far convergere di più alcuni itinerari di preparazione in Cattedrale, e con l’attenzione a ciò che è fattibile nelle Cappellanie, orientarsi al Sabato pomeriggio, intensificando l’impegno di tutti nell’esperienza catechistica insieme a quella dell’ACR, come forza di evangelizzazione della nostra comunità parrocchiale.

Questo impegno si inserisce molto bene nel contesto e negli scopi dell'Anno della fede. Chiederò, pertanto,  ai catechisti di accogliere con piena adesione e disponibilità la proposta diocesana dell'Iniziazione cristiana. Qui gli incontri con le famiglie sarà una priorità, soprattutto con le famiglie dei ragazzi dell’ACR.

4. Una cura particolare va espressa in riferimento alla celebrazione della Liturgia e all'educazione alla partecipazione liturgica. È nella celebrazione liturgica, infatti, che entriamo in contatto vero e reale con il Signore ed i misteri della sua vita. Siamo chiamati a dare importanza a quell'itinerario di educazione della fede che è l'Anno liturgico. Se dei passi avanti sono stati fatti nella partecipazione, molto resta ancora da fare per una effettiva comprensione della Liturgia e una partecipazione che non sia solo esteriore e superficiale, ma piena e devota. Si tratterà di ripensare la loro animazione musicale e la giusta proclamazione della Parola, insieme al decoro degli sposi liturgici e ed una ministerialità più partecipata. È importante, inoltre, rimotivare il senso e il grande valore della Domenica. Per gli orari delle celebrazioni si tratterà di comprendere quali i più opportuni, non in base alle esigenze di ciascuno, ma secondo un progetto parrocchiale che le assicurerà con impegno, ma che potranno trovare una loro variazione.

5. La fede opera “per mezzo della carità" (GaI 5,6)
“Dio è Amore” (1Gv 4 ,8.16) e perciò, il segno e la testimonianza più limpida e comprensibile da tutti che Lo rivela è la carità, nel senso di amore come dono di sé, gratuito e disinteressato fino al sacrificio di sé. La fede richiede di tradursi nei comportamenti e, anzitutto, nelle opere di carità e di misericordia. Se non ci salviamo per le opere ma per la fede che si affida a Dio (cf. Ef 2,8s.), tuttavia la fede senza le opere è morta> (Gc 2,26). E’ importante segnalare e raccomandare ogni iniziativa e trovare forme di collaborazione tra catechisti e operatori pastorali negli ambiti della carità, per far conoscere e sperimentare la carità della comunità cristiana ai ragazzi che stanno completando l'iniziazione cristiana.

Sintonizziamoci con queste indicazioni e con la preziosa collaborazione di don Patrizio, nostro vice-parroco,  chiediamo allo Spirito Santo che ci infonda il fervore e il suo entusiasmo.

Don Alfredo Di Stefano, Parroco
* * * CATTEDRALE SANTA MARIA ASSUNTA - PIAZZA INDIPENDENZA - SORA (FR) * * *
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