La Chiesa ha conservato nel
corso dei secoli un patrimonio liturgico – spirituale e ogni anno ci offre
l’occasione di celebrare la
Quaresima, come una preparazione gioiosa alla festa della
Risurrezione del Signore Nostro Gesù Cristo, contrariamente alla sfumatura di
grigiore che questo tempo liturgico ha assunto nell’immaginario collettivo.
Il significato globale di questo
tempo dell’anno liturgico è condensato nel primo prefazio di Quaresima: “Ogni
anno tu doni ai tuoi fedeli di prepararsi con gioia, purificati nello spirito,
alla celebrazione della Pasqua, perché assidui nella preghiera e nella carità
operosa, attingano ai misteri della redenzione la pienezza della vita nuova in
Cristo tuo Figlio, nostro Salvatore”.
In questo tempo liturgico occorre
favorire in diversi modi l’esperienza della preghiera, da vivere e celebrare
sia a livello comunitario che personale.
È un invito a riscoprire quelle
caratteristiche proprie di questa liturgia per indicare il cammino che la Chiesa è chiamata a fare
durante la quaresima.
Ed è così che le diverse
celebrazioni liturgiche in questo tempo di quaresima diventano realmente “fons
et culmen” del dinamismo di maturazione cristiana, se aiutano il processo di
conversione attraverso la partecipazione al segno sacramentale.
Non sempre il senso misterico
della quaresima, con i suoi grandi valori e temi, viene facilmente percepito
soprattutto nell’ambito della pietà popolare.
Nonostante il divario che può
esserci tra la concezione liturgica e la visione popolare della quaresima, ciò
non deve assolutamente impedire una feconda interazione tra Liturgia e pietà
popolare.
Alcuni pii esercizi, la “via
Crucis”, la “via Matris”, svolti in modo sapiente, si armonizzano bene con le
tematiche proprie dell’itinerario quaresimale.
L’indole di questo tempo implica
l’uso degli strumenti musicali limitato all’accompagnamento dei canti e questo
perché la Chiesa,
sposa del Cristo, si prepara a celebrare il Mistero della sua passione, morte e
risurrezione.
Tutto questo non è sintomo di
silenzio muto, ma orante. Al “Mistero della fede” si prediliga la terza
risposta (“tu ci hai redenti…”).
Oltre ai canti penitenziali
appropriati, si faccia una scelta saggia per il canto al Vangelo, che è una
vera e propria acclamazione di lode al Signore. Per questo tempo è importante
che ci sia un canto evocativo dello Spirito e del clima quaresimale e che
perciò viene proposto spesso anche in ogni celebrazione (come anticamente l’Attende Domine). Infine,durante i pii
esercizi si prediligano anche i canti nati dalla tradizione popolare.
Ecco l’itinerario della
quaresima, ecco il valore della sua pedagogia.
Non avrebbe senso pensarla né
separatamente dalla festa a cui ci prepara, la Pasqua, né con accenti
troppo volontaristici. Le “armi” di cui è necessario munirsi sono la preghiera
e la carità, lo spirito con il quale camminare pazientemente è l’obbedienza
totale al progetto di vita concepito e amato da sempre nel seno del Padre,
l’ambiente nel quale dobbiamo realizzare la nostra purificazione è lo Spirito
Santo, il vero autore di ogni conversione. Lo scopo non è quello di ottenere un
“super-uomo”, nato da uno slancio prometeico verso il cielo, ma l’ “uomo nuovo,
plasmato con i Sacramenti della nuova ed eterna alleanza.
Alfredo Di Stefano