Tra i simboli che esprimono i
contenuti della fede, quello della porta rappresenta Cristo stesso, come
elemento architettonico evoca il passaggio dalle tenebre alla luce, metafora della
soglia verso l’infinito.
La porta non è un elemento
funzionale, grazie al collegamento dinamico che la unisce al sagrato, all’aula
e all’altare, grazie all’orientamento di tutto l’edificio, alla presenza di
immagini e sculture raffiguranti temi diversi, della fede e della Chiesa, è una
grande icona segno del Cristo, che
disse: “Io sono la porta del gregge” (Gv. 10,7). Da essa si accede per essere
iniziati alla vita di fede e percorrere la via della santità che conduce alla casa
di Dio.
La porta conduce al Signore! Si è
soliti teorizzare il significato della porta con alcuni versetti dei rispettivi
tre Salmi:
<< Varcate le sue porte con
inni di grazie, i suoi atri con canti di lode, lodatelo, benedite il suo nome;
poiché buono è il Signore, eterna la sua misericordia, la sua fedeltà per ogni
generazione>>
(Sl. 99,6-5)
<< Apritemi le porte della
giustizia, voglio entrare e rendere grazie al Signore. E’ questa la porta del
Signore, per essa entrano i giusti>>
(Sl. 117, 19-20)
<< Glorifica il Signore, Gerusalemme, loda il tuo
Dio, Sion, perché ha rinforzato le sbarre alle tue porte, in mezzo a te ha
benedetto i tuoi figli, ha messo pace nei tuoi confini, e ti sazia con fior di
frumento >> ( Sl. 147, 12-14)
Sono versetti di lode, attraverso
i quali si esprime la consapevolezza del popolo che indica la porta quale
soglia alla fedeltà della misericordia luminosa di Dio, trasmessa di generazione
in generazione, proclamata nel mistero di una gloria perenne contenuta nel
tempio. Versetti che indicano la porta quale soglia del giudizio che separa chi
entra da chi non entra attraverso il Cristo porta, non discriminante, ma
giudicante, nella distinzione tra “pecore e capri” ( Mt. 15,32).Versetti che
indicano la porta quale soglia alla salvezza, all’Eucaristia, culmine della
vita di fede, la porta soglia al regno che già viviamo ancora attendendo.
La porta come straordinaria
metafora spirituale dice il tempo della misericordia e della grazia inaugurato
da Gesù, e come recitava la monizione che ha preceduto la chiusura delle Porte
sante nel Giubileo del 2000: sono sempre aperte le braccia del Padre, resta
spalancata la porta che conduce alla
vita, Cristo; è sempre zampillante la sorgente dello Spirito.
Simbolo di Cristo, segno di
conversione, ponte tra l’interno e l’esterno, soglia collocata in bilico tra il luogo di culto e il mondo: l’
aveva intuito l’ebrea Simone Weil che così lo esprimeva nei versi de la Porta:
<< Aspettando e soffrendo, eccoci davanti alla porta. Fissi là gli
occhi; nel tormento piangiamo. Non entreremo mai, siamo stanchi di starla a
vedere…. La porta si aprì e lasciò
passare un silenzio tale che non i giardini sono apparsi, né alcun fiore; solo
lo spazio immenso dal vuoto e dalla luce abitato si rese d’improvviso presente
dappertutto, riempì il cuore, e gli occhi, quasi ciechi per la polvere, ha
lavato.>>
Mons. Alfredo Di Stefano