L'altare
maggiore, con inserti musivi di ispirazione cosmatesca, fu donato nel 1916 da
papa Benedetto XV, come avverte un'epigrafe incisa alla base; nel medesimo anno
furono eseguiti la cattedra vescovile, con stemma di mons. Iannotta, il
pergamo, le due pile dell'acqua santa collocate presso l'ingresso principale e
il pulpito, poi posto sul presbiterio.
In fondo alla navata destra si apre il Coro d'Inverno, sistemato nell'avancorpo saldato all'impianto romanico nella prima metà del '700. In quest'ambiente, riservato al rito della penitenza, fanno bella mostra due confessionali del '600 e del '700, opera di artigiani locali.
Sul quarto altare sovrasta un dipinto di scuola napoletana del '700 raffigurante S.Francesco e S.Domenico disposti ai lati di un crocifisso; purtroppo il dipinto versa in pessime condizioni per i notevoli danni subiti nell'incendio del 1916.
Nella quinta cappella ecco un semplice esempio di architettura minore, non per questo meno interessante: un tabernacolo del '700 in legno dorato a forma di tempietto con paraste scanalate ai lati, sormontate da capitelli ionici poggianti su due basi. In alto, un timpano triangolare; tra le paraste si apre la porta decorata dal rilievo dell'ostensorio poggiato su viti stilizzate.
La fronte del "tempietto" è fiancheggiata da due elementi decorativi intagliati a foglie e terminanti in basso in una voluta.
L'altare conserva le spoglie di S.Giuliano Dalmata martirizzato alla fine del
II sec d.C., qui traslate dalla cripta della chiesa a lui dedicata dal vescovo
Giovannelli nel '600.
L'altare fu eretto, e poi restaurato, nel 1802, nel 1831 e ancora nel 1916 come avvertono le iscrizioni murate nei lati della cappella.
L'altare fu eretto, e poi restaurato, nel 1802, nel 1831 e ancora nel 1916 come avvertono le iscrizioni murate nei lati della cappella.