Carissimi,
tenendo
conto dell’unico tempio vivente di Dio, nel quale è possibile adorare il Padre,
in spirito e verità, siamo chiamati a riflettere sul senso simbolico e,
soprattutto, sul valore contenutistico del tempio di Dio, qual è la Cattedrale, della cui
dedicazione facciamo memoria il prossimo
9 ottobre.
Da quando
Papa Adriano IV nel 1155 la dedicò, la Diocesi ha ben considerato la Chiesa Cattedrale,
la prima Chiesa, in quanto è la
Chiesa in cui il vescovo ha la sua sede, o cattedra, da cui
appunto prende nome Cattedrale.
Ma c’è un
secondo motivo con cui vorrei indicare il valore della dedicazione della
Cattedrale: essa è icona della convergenza comunionale delle comunità
parrocchiali e in particolare delle
Cappellanie.
Infatti,
essa tutte le unifica, perché l’ Altare
su cui il vescovo presiede l’Eucarestia e la cattedra del Magistero
esprimono la loro carica di simbolismo ecclesiale, tale da far sì che la Parrocchia diventi popolo di Dio, casa e scuola di comunione.
Quale il
volto della nostra Chiesa Cattedrale?
Essa secondo
il Vangelo di Matteo non può rimanere nascosta, ma deve essere riportata
alla luce, come lampada che illumina tutta la casa, come città visibile
a tutti, perché collocata sopra il monte, affinchè gli uomini possano vedere
le nostre opere buone e glorificare il nostro Padre del cielo. ( 5,14-16 )
E’ su questa
Chiesa nascosta che Dio volge il suo
sguardo, su quanti dal cuore umile e
contrito, temono e osservano la sua Parola.
A ragione,
esclama il profeta Isaia: “cosa potreste costruirmi ?” ( 66,1 ) . Dio
non vuole che gli edifichiamo una casa materiale, Lui che i cieli dei cieli
non possono contenere!
Egli vuole
dimorare in una comunità umile e docile; in una comunità semplice, dalla cui
accoglienza e generosità traspaia il volto appassionato del Figlio di Dio; in
una comunità convocata da Lui, accolti e riuniti nella sua casa; in una
comunità, in cui il legame di comunione ci obbliga ad interagire e a
relazionarci, gli uni con gli altri, gli uni per gli altri.
Prepariamoci
a vivere questo momento di festa insieme, secondo ciò che il Consiglio
Pastorale Parrocchiale ha individuato, condividendo le motivazioni profonde
di tale dedicazione, per riscoprire il nostro essere Chiesa, convocati
dall’Eucaristia, per essere trasfigurati dal suo amore in un amore a sua volta
capace di sfamare la fame di coloro che si radunano intorno alla stessa mensa.
Questo il
senso della dedicazione della nostra Chiesa Cattedrale: dimorare con lui,
nella sua casa, lasciando che questa dimora sciolga le nostre barriere e ci
aiuti a superare le nostre divisioni, perchè non siamo stati fatti per essere
soli, ma per essere immagine di Dio, dove la comunione sazia ogni fame.
E questa
l’esperienza della Chiesa!
Mons.
Alfredo Di Stefano
Parroco