Il testo che abbiamo ascoltato si
compone di momenti intensi e suggestivi, che sottolinea l’azione dell’uomo e
quella di Dio.
1.
Chi sono coloro che seguono Gesù? Persone provenienti dai villaggi della Galilea,
della Giudea e di Gerusalemme, insieme a farisei e dottori della legge. Persone
di cultura e di età diverse. Gesù riesce a parlare con tutti, ciascuno riesce a
comprendere ciò che dice. Egli è il Maestro, insegna, ma ciò che dice è
accompagnato dai segni, da miracoli, guarigioni. L’uomo che ascolta ha bisogno
attraverso le parole di essere guarito: la
parola di Gesù salva!
Ecco la nostra
lectio: siamo dinanzi alla sua Parola. Egli continua a parlare per guarire le
nostre ferite, causate da mille incomprensioni.
Tutti abbiamo
bisogno della sua Parola. Questa sera, noi qui riuniti, con quale cuore ci
poniamo dinanzi a lui?
Quali le nostre ferite? Da cosa abbiamo bisogno di essere guariti?
Malintesi,
silenzi, impazienza, risposte improvvise, superficialità nei rapporti,
indifferenza da chi ci aspetteremo accoglienza e sensibilità creano un forte
disagio dentro di noi e ci chiudono, ci bloccano, paralizzano il nostro
cammino.
Chi non ha vissuto
una esperienza di blocco. Voler dire e non avere il coraggio, voler fare e
sentirsi incapaci, svuotati.
Questa sera
vorremmo essere aiutati, attraverso, questo incontro, a fare esperienza della
“potenza del Signore” che vuole guarirci e liberarci dalle nostre paralisi.
Cosa fare?
2. Aprirsi a Cristo.
Un
paralitico viene portato da Gesù… salirono sul tetto e lo calarono attraverso
le tegole…(VV 19-20).
In quel
paralitico sono racchiuse tutte le nostre difficoltà, direi i disagi del mondo
giovanile, che chiede di essere ascoltato e di costruire un futuro più bello.
La prima cosa
necessaria è farsi aiutare a scoperchiare il tetto.
Una espressione con cui Luca
sottolinea un’azione forte da parte degli amici del paralitico, che lo pongono nel mezzo della stanza.
E’
bello poter pensare all’amicizia, agli amici, come a coloro che ti aiutano a
camminare, a liberarti da paure che ti bloccano e lo fanno conducendoti da
qualcuno che può operare e sa come aiutarti.
Abbiamo
amici, persone misteriose e fedeli che si accompagnano al nostro cammino? Che
ruolo hanno? Sentono il compito di aiutare l’altro ad essere se stesso o ci
sfruttano e alla prima difficoltà o incomprensione ci lasciano soli?
Luca
sottolinea come per quel paralitico sono importanti quegli uomini che faticano
nel condurlo ad incontrare il Signore.
Molti di
voi siete amici e da molto tempo, nei
gruppi si realizzano splendidi rapporti di amicizia, ma ciò a cosa è
finalizzato?
Condurre
l’altro a Cristo! Camminare insieme ascoltando la sua Parola e sperimentando
così la sua “potenza”.
Ecco il
senso dell’amicizia tra coloro che credono, il valore dei nostri gruppi:
aiutare a crescere e ad aprire il proprio cuore, “scoperchiare” il tetto della
propria vita, perché possa entrare la sua Parola
Le
nostre amicizie ci conducono a Lui? Ci aprono all’ascolto della sua Parola? La
nostra vita è aperta all’incontro con lui? Chi mi sta aiutando in questo
momento a scoperchiare il tetto della mia vita e i miei amici quale volto
hanno? Annovero tra i miei amici qualche sacerdote con cui poter aprire la mia
esistenza?
3. L’ incontro con il Signore. Il
paralitico è dinanzi a Gesù. Noi siamo dinanzi a lui e alla sua Parola.
“ Uomo i tuoi peccati ti sono rimessi”.
Le
prime parole sono sempre quelle più significative anche se spiazzano. Noi
vogliamo una cosa e il Signore
interviene operando altro. Quegli uomini desiderano il miracolo e il Signore
rimette i peccati. Perché? L’uomo ha sempre uno sguardo riduttivo sulla vita,
Dio invece guarda il cuore e va alla radice dell’essere dell’uomo.
Solo
una persona pienamente libera è capace di camminare.
Noi
di cosa abbiamo bisogno? Tanti sono i bisogni e le necessità, ma il Signore
parte da lontano, dal profondo del nostro essere. Perché dal cuore proviene il
benessere dell’uomo. Se uno sta bene con se stesso, sta bene con gli altri,
prima di una guarigione fisica ce ne è una spirituale.
4.
Chi è costui che pronuncia bestemmie? Solo
Dio può rimettere i peccati!
Chi è Gesù per
noi? Se è il Figlio di Dio, la sua presenza, con noi e per noi, è nel dono
della misericordia è nel rimettere i peccati. Cosa è il peccato?
Quali sono i
peccati?
Ci sono in noi
confusioni, oscurità dell’anima, pregiudizi, mancanza di limpidezza, di lucidità,
di chiarezza interiore, d serenità, di pace, ci sono inni turbamenti ed
inquietudini, che le situazioni quotidiane continuamente producono e da cui
dobbiamo purificarci per poter contemplare il volto di Dio in ogni uomo, per
cogliere il suo piano nella mia vita, nella Chiesa.
L’esperienza
mi dice che non è affatto facile, non è automatico liberarsi dalle abitudini di
giudizio e di pregiudizio.
E’
necessaria la purezza del cuore, delle labbra, di sentimenti, della mente per
essere giovani che lavorano per la pace e per la giustizia, per essere giovani
che donano misericordia, per essere giovani che testimoniano la povertà dello
spirito, per essere giovani che vivono le beatitudini.
Ci
vuole preghiera e silenzio per leggere il vissuto della propria vita e porsi
dinanzi a Lui, come il paralitico, per essere purificati, per porsi dinanzi
alla sua Parola che ha una grande forza di verità e diventare limpidi come
l’acqua della vita che scorre nel cuore di Gesù : “Voi siete già mondi, per la parola che vi ho annunziato” ( Gv 15, 3.)…
5.
Cosa è più facile dire: alzati prendi il tuo
lettuccio e cammina.
Liberati dal
peccato ci si può alzare e così riprendere il cammino. Lasciarsi toccare il
cuore e la mente dal Signore e dalla sua Parola ha sempre un duplice effetto:
Ø
il primo, a livello interiore: la sua grazia, la
sua Parola, la sua presenza, determinano alcune condizioni che rendono
possibile una esperienza più libera da…
(condizionamenti, pregiudizi, dipendenze, formule consuete di considerazione
degli altri, stereotipi che ripetono sempre le stesse cose) più disponibile per… (costruire ed edificare,
con gli altri e ottimista circa il futuro e le situazioni) con uno sguardo più
aperto sulle cose e sugli altri.
Ø
il secondo, a livello esteriore, la sua grazia,
la sua parola, la sua presenza, attraverso la mediazione della Chiesa,
restituisce a ciascuno fiducia, stima, valorizzando ciò che siamo e ciò che
facciamo.
Non
più paralisi, blocchi, bensì prospettive che rinnovano il nostro tornare a casa,
con una libertà e una maggiore disponibilità a riprendere il cammino, che spesso si ferma.
Siamo
in un momento di pausa, di verifica, di riflessione o di serio impegno e di
serena responsabilità?
“Cosa andate ragionando nei Vostri cuori”?
Siamo
chiusi in noi stessi a tal punto di non capire cosa succede intorno a noi;
ripetiamo sempre le stesse cose, lamentandoci di tutto e di tutti; scegliamo
solo ciò che è facile o sappiamo interpretare, discernere, sentire il valore
della parola di Gesù che ci restituisce dignità, forza, speranza, amore,
rimettendoci i peccati?
6. “Egli si alzò, prese il lettuccio, si avviò
verso casa, glorificando Dio”.
Ecco
il risultato, ecco ciò che accade a chi accoglie la sua Parola, entra
nell’esperienza della Pasqua, recupera energie assopite, ci si rimette in piedi
e da soli, senza sostegni e appoggi vari, ci si avvia verso casa, per celebrare e glorificare Dio.
Lui
ci ha ridonato il senso e il significato della vita!
Ci
si vede chiari, si ha una meta, un luogo ove abitare, non più lontani da
casa, ma il bisogno di quella casa per
gustare il senso della libertà.
Ø
Cosa comporta tutto ciò?
“ Tutti rimasero stupiti…oggi abbiamo visto
cose prodigiose”.
Stupore da parte di tutti:
non sei più quello con le paure, quello che si chiude dietro la propria timidezza, quello che dice tante
bugie; mi stupisce la tua disponibilità, il tuo servizio, quello che dai ai
piccoli e agli anziani; mi stupisce il tempo che dai alla tua parrocchia; mi
stupiscono le scelte di alcuni di voi, la verità che sostiene le idee, la
fedeltà che vi coinvolge sempre.
Il Signore opera in
noi e attraverso di noi e chi compie un cammino di liberazione da sé,
riappropriandosi della sua Parola, stupisce tutti.
Continuate a stupire
gli altri, stupiteci della vostra gioia e del vostro entusiasmo nel fare le
cose, siate vicini ai sacerdoti, lavorate nelle nostre comunità, pensate ad un
futuro bello e allora il Signore Gesù manifesterà la sua potenza e noi vedremo
cose prodigiose che il mondo non sa farci vedere.
Signore Gesù la tua
Chiesa scoperchi il suo tetto, si presenti dinanzi a te, ogni giorno, con
fiducia, si liberi da paure e compromessi si rimetta, in piedi, perché in ogni
celebrazione eucaristica, Pasqua della settimana, siamo chiamati tutti a
risorgere.
Non più paralisi di
parole e di gesti, ma una vita che sappia comunicare cose prodigiose, che
sappia indicare te come il maestro ed il medico necessario dinanzi ad ogni
forma di chiusura e di sofferenza.
Tu che vivi e regni
nei secoli dei secoli. Amen
Don Alfredo Di
Stefano
Parroco