Il proclamare la Parola di Dio è
un’azione liturgica da vivere come un duplice servizio: a Dio, autore della
Parola, all’Assemblea, destinatario della stessa Parola.
Qualche
indicazione perché si esprima la verità della proclamazione:
- Ø I lettori siano scelti precedentemente tra i membri attivi della comunità, (catechisti, animatori, ministranti….) aperti a fedeli nuovi che si affacciano alla celebrazione.
- Ø Nessuno proclami la Parola senza averla letta e meditata personalmente: dobbiamo fare eco ad un evento scritto che comunica il parlare e l’agire di Dio nella storia per l’uomo di oggi.
- Ø L’atto del proclamare non è una semplice lettura, la Parola va declamata con forza, senza alterare la voce, non siamo infatti degli attori, ma nemmeno essa è una confidenza fatta a qualcuno, a bassa voce o tono. L’autorevolezza del lettore gli proviene dal dono dello Spirito Santo ricevuto nel Battesimo e dalla celebrazione in atto che è convocazione e ascolto del santo popolo di Dio.
- Ø I lettori siano collocati nei pressi dell’Ambone: se devono passare davanti all’Altare, si faccia un inchino, altrimenti subito dopo l’orazione – colletta, con calma, si dirigano verso l’Ambone e si posizionino davanti al Lezionario, (che la pagina sia giusta, non è bello vedere persone che non sanno cosa leggere, la si individui prima dell’inizio della celebrazione) e al microfono (si esperimenti la potenza del microfono, ascoltandosi, è facile capire se allontanarsi da esso o avvicinarsi). Se l’amplificazione è scadente si solleciti per un rinnovo dell’impianto. Quando tutti sono seduti si cominci la proclamazione.
- Ø Per la scelta delle persone è bene una voce femminile e una maschile, ma è bene verificare il contenuto. Potrebbe accadere che siano le letture a dirci la convenienza di una o dell’uno o dell’altro sesso.
- Ø Una parola sul Salmo: è bene che sia proclamato da un altro lettore, quando non è cantato. Qui, dato che il contenuto poetico, la tonalità dovrebbe essere quella della emotiva declamazione di versi cantati, anche se recitanti. Non tanto come una poesia a memoria, ma quando, come una bella contemplazione dei misteri e della presenza dell’opera di Dio, sottolineando con la voce e con un ritmo calmo, qualche immagine e qualche parola, le più evocative. Se il Salmo è letto anche nell’antifona: attenti a farla capire bene e a farla ripetere, chi la proclama, accompagni l’Assemblea, qualora non lo ricordasse.
- Ø Il versetto dell’Alleluia, quando non è cantato spetta al lettore della seconda lettura, lo proclami con vera forza di declamazione, verace, cordiale e colorata. Colui che legge l’Antifona non canti al microfono l’Alleluia, questo spesso al coro o all’Assemblea. La sua voce microfonata potrebbe essere non intonata con il tutto.
- Ø A conclusione di ogni proclamazione si torni al posto con calma e si testimoni l’essere stati protagonisti di un evento a cui si è prestata la propria voce e dalla quale azione la propria vita ne resta segnata, anzi trasfigurata.
Auguri e buon servizio!