L’Itinerario di riflessione che vi proponiamo per la Quaresima 2013 vuole portare l’attenzione e la riflessione sull’Anno della fede che il Santo Padre Benedetto XVI ha voluto indire per dare un nuovo slancio ai cristiani battezzati, riscoprire la propria fede, proporre una nuova evangelizzazione e “ravvivare in tutta la Chiesa quella positiva tensione, quell’anelito a riannunciare Cristo all’uomo contemporaneo”.
Dalla lettera del Papa, accogliamo l’invito a vivere la quaresima come tempo di penitenza e di rinnovamento per la Chiesa intera. sentendoci solidali con tutto il Corpo Mistico di Cristo.“Sarà decisivo nel corso di questo Anno ripercorrere la storia della nostra fede, la quale vede il mistero insondabile dell’intreccio tra santità e peccato. Mentre la prima evidenzia il grande apporto che uomini e donne hanno offerto alla crescita ed allo sviluppo della comunità con la testimonianza della loro vita, il secondo deve provocare in ognuno una sincera e permanente opera di conversione per sperimentare la misericordia del Padre che a tutti va incontro.
In questo tempo terremo fisso lo sguardo su Gesù Cristo, “colui che dà origine alla fede e la porta a compimento” (Eb 12, 2): in lui trova compimento ogni travaglio ed anelito del cuore umano. La gioia dell’amore, la risposta al dramma della sofferenza e del dolore, la forza del perdono davanti all’offesa ricevuta e la vittoria della vita dinanzi al vuoto della morte, tutto trova compimento nel mistero della sua Incarnazione, del suo farsi uomo, del condividere con noi la debolezza umana per trasformarla con la potenza della sua Risurrezione. In Lui, morto e risorto per la nostra salvezza, trovano piena luce gli esempi di fede che hanno segnato questi duemila anni della nostra storia di salvezza.” (Dal Motu Proprio per l’indizione dell’Anno della Fede di Benedetto XVI, n. 13).
Da tali prospettive emerge come il cammino di ogni uomo è verso la luce; il cammino del credente è verso la somiglianza perfetta con Cristo; il cam¬mino della Chiesa è verso la pienezza del Regno. A Pasqua la luce viene a noi; Cristo ci viene offerto come modello di nuova umanità; Dio si accosta e sposa definitiva¬mente la realtà dell'uomo. Per questo la Pasqua - Cristo morto e risorto - è il punto di attrazione della nostra vita, della fede della Chiesa, della storia del mondo. " Quando sarò innalzato da terra attirerò tutti a me " (Gv 12,32). " Un grande luminoso giorno senza tramonto si istaura tra noi che crediamo in Lui :la mistica Pasqua, celebrata in figura sotto la legge,compiuta nella realtà di Cristo " (Omelia del II secolo).
La Pasqua è il momento culminante della storia di Dio nel mondo. Il Padre ci dona Gesù come primogenito di una creazione nuova, ecco l’ invito a camminare insieme verso la Pasqua vivendo intensamente il tempo quaresimale. La Quaresima, infatti, è un cammino di 40 giorni, in riferimento ai giorni trascorsi da Gesù nel deserto prima di iniziare la predicazione del Regno di Dio. Il numero 40, nella Bibbia, è in genere associato a situazioni di prova, di lotta, di attesa. In esse, però, Dio interviene sempre, per ridonare fi¬ducia e consentire la vittoria. Così è la "quaresima": tempo de¬stinato a saggiare la nostra fedeltà e tempo che manifesta la presenza salvifica di Dio. Per questo essa è tempo di rinnovamento : il mistero di Dio che entra, vuole entrare, nella nostra vita ha la potenza di cambiarla, convertirla, rinnovarla a somiglianza di Cristo. Il Battesimo ci ha legati a Lui in novità di vita : la Quaresima è il tempo forte per camminare in questa vita nuova.
Quali i passi concreti del cammino ?
L'itinerario quaresimale ci deve condurre ad essere "nuova creatura": ravvivando la grazia del Battesimo, facendo l'esperienza del perdono, riscoprendo la presenza misteriosa del Risorto nel nostro cuore rifiorirà il canto della vita e della gioia, come allora rifiorì nel cuore dei discepoli nel vedere il Signore (cfr. Gv 20,20).
Ecco, dunque, alcuni passi da compiere per muovere in tale direzione.
Ascoltare la Parola. Il Vangelo di Luca narra gli incontri e le ultime istruzioni di Gesù ai suoi e precisa : "Allora aprì loro la mente all'intelli¬genza delle Scritture " (Lc 24,45). Il nostro incontro con Cristo è incontro di fede. E la fede - lo sappiamo - nasce dall'ascolto della Parola del Signore. Se la nostra fede è debole e smorta è perché raro e distratto è l'ascolto della Parola che la genera, la alimenta, la matura. Il periodo quaresimale è tempo favorevole per ripren¬dere o intensificare ritmi e momenti di ascolto. La Parola nella catechesi, la Parola nella liturgia, la Parola nella vita. Sia questa quaresima l'occasione per rimettere la Bibbia nel cuore dei cristiani e farne il nutrimento delle nostre assemblee.
Convertire la vita. La fede comporta la conversione, è conversione. Lo ha detto Gesù (cfr Mc 1, 15.). Solo se il cuore si rinnova, come leg¬giamo nei Profeti, è possibile diventare discepoli del Signore e accoglierne tutto il messaggio. Da che cosa e come convertirsi ? Dai nostri idoli ! Ciascu¬no li dovrà scoprire nella sua coscienza; ma ce ne sono alcuni assai comuni ed evidenti nel nostro vivere privato e pubblico e sono quelli di sempre : l'egoismo, il denaro, il consumismo, il sesso, la prepotenza, il potere, il successo ad ogni costo .. .
Lasciamoci illuminare dalla Parola di Dio e lasciamoci cambiare dalla Sua grazia, invocata nella preghiera e mediata dal gesto sacramentale della Penitenza. Aiutiamoci a vicenda, fraternamente, con il consiglio, con la correzione reciproca, con la preghiera, con l'esempio per giungere a Pasqua veramente riconciliati con Dio e con i fratelli. E con la liturgia imploriamo:
" O Dio, Padre buono e grande nel perdono,
accogli nell'abbraccio del tuo amore,
tutti i figli che tornano a te con animo pentito ;
ricoprili delle splendide vesti di salvezza,
perché possano gustare la tua gioia
nella cena pasquale dell'Agnello" (Messale Romano, p. 971).
Reinventare il digiuno. Il digiuno è antica pratica quaresimale. Oggi può appari¬re fuori luogo perfino il parlarne. Eppure la liturgia ne parla, lo illustra, lo raccomanda. Non sarà il caso di riscoprirlo nel suo valore attuale, oltre le forme e le modalità legate a tempi passati ? Il digiuno gradito a Dio, dice Isaia, è la giustizia, l'impe¬gno per la liberazione, l'opera di carità. Allora esso non è da considerare "in negativo" né è da vivere come "risparmio da accumulare". Il digiuno è rinuncia al proprio in favore di altri, è lotta al consumo e allo spreco, è solidarietà e condivisione, è fraternità che sa spezzare il pane. E', infatti, documentato a diversi livelli che la povertà di una parte dell'umanità dipenda dalla ricchezza esorbitante di un'altra parte. Allora il digiuno assume volti diversi ed è esperienza pe¬rennemente nuova. Ecco la persona in solitudine, i malati da visitare, gli emarginati dal silenzio, dall'indifferenza, dai pre¬giudizi dei quali farsi carico. Anche questo è digiuno : aprire il cuore al perdono, rendersi disponibili all'incontro, donare il tempo al dialogo.
La Caritas italiana e diocesana ci sollecita ad alcuni gradi¬ni di impegno che con le nostre comunità parrocchiali siamo chiamati ad assumere secondo la propria generosità.
- Aprire gli occhi e scoprire chi sono i poveri oggi, intor¬no a noi o lontano da noi.
- Aprire gli occhi sulla nostra vita e scoprire quello che ci è necessario, quello che è superfluo, quello che sprechiamo in spese inutili, coinvolgendo a condividere beni a lunga scadenza per il nostro Emporio.
- Impegnarsi in qualche servizio concreto durante la quaresima : aiutare una persona o una famiglia, sostenere chi soffre, contribuire ad iniziative o opere di carità.
- Partecipare alla vita della comunità offrendo tutta la propria collaborazione a servizio dei fratelli.
Lo Spirito di Gesù entri nella nostra vita, la converta e la sospinga verso la luminosa trasformazione della Pasqua. Canteremo così il nostro "Alleluja", camminando oggi nella speranza, godendo domani nella gioia piena della Pasqua eterna.
Dalla lettera del Papa, accogliamo l’invito a vivere la quaresima come tempo di penitenza e di rinnovamento per la Chiesa intera. sentendoci solidali con tutto il Corpo Mistico di Cristo.“Sarà decisivo nel corso di questo Anno ripercorrere la storia della nostra fede, la quale vede il mistero insondabile dell’intreccio tra santità e peccato. Mentre la prima evidenzia il grande apporto che uomini e donne hanno offerto alla crescita ed allo sviluppo della comunità con la testimonianza della loro vita, il secondo deve provocare in ognuno una sincera e permanente opera di conversione per sperimentare la misericordia del Padre che a tutti va incontro.
In questo tempo terremo fisso lo sguardo su Gesù Cristo, “colui che dà origine alla fede e la porta a compimento” (Eb 12, 2): in lui trova compimento ogni travaglio ed anelito del cuore umano. La gioia dell’amore, la risposta al dramma della sofferenza e del dolore, la forza del perdono davanti all’offesa ricevuta e la vittoria della vita dinanzi al vuoto della morte, tutto trova compimento nel mistero della sua Incarnazione, del suo farsi uomo, del condividere con noi la debolezza umana per trasformarla con la potenza della sua Risurrezione. In Lui, morto e risorto per la nostra salvezza, trovano piena luce gli esempi di fede che hanno segnato questi duemila anni della nostra storia di salvezza.” (Dal Motu Proprio per l’indizione dell’Anno della Fede di Benedetto XVI, n. 13).
Da tali prospettive emerge come il cammino di ogni uomo è verso la luce; il cammino del credente è verso la somiglianza perfetta con Cristo; il cam¬mino della Chiesa è verso la pienezza del Regno. A Pasqua la luce viene a noi; Cristo ci viene offerto come modello di nuova umanità; Dio si accosta e sposa definitiva¬mente la realtà dell'uomo. Per questo la Pasqua - Cristo morto e risorto - è il punto di attrazione della nostra vita, della fede della Chiesa, della storia del mondo. " Quando sarò innalzato da terra attirerò tutti a me " (Gv 12,32). " Un grande luminoso giorno senza tramonto si istaura tra noi che crediamo in Lui :la mistica Pasqua, celebrata in figura sotto la legge,compiuta nella realtà di Cristo " (Omelia del II secolo).
La Pasqua è il momento culminante della storia di Dio nel mondo. Il Padre ci dona Gesù come primogenito di una creazione nuova, ecco l’ invito a camminare insieme verso la Pasqua vivendo intensamente il tempo quaresimale. La Quaresima, infatti, è un cammino di 40 giorni, in riferimento ai giorni trascorsi da Gesù nel deserto prima di iniziare la predicazione del Regno di Dio. Il numero 40, nella Bibbia, è in genere associato a situazioni di prova, di lotta, di attesa. In esse, però, Dio interviene sempre, per ridonare fi¬ducia e consentire la vittoria. Così è la "quaresima": tempo de¬stinato a saggiare la nostra fedeltà e tempo che manifesta la presenza salvifica di Dio. Per questo essa è tempo di rinnovamento : il mistero di Dio che entra, vuole entrare, nella nostra vita ha la potenza di cambiarla, convertirla, rinnovarla a somiglianza di Cristo. Il Battesimo ci ha legati a Lui in novità di vita : la Quaresima è il tempo forte per camminare in questa vita nuova.
Quali i passi concreti del cammino ?
L'itinerario quaresimale ci deve condurre ad essere "nuova creatura": ravvivando la grazia del Battesimo, facendo l'esperienza del perdono, riscoprendo la presenza misteriosa del Risorto nel nostro cuore rifiorirà il canto della vita e della gioia, come allora rifiorì nel cuore dei discepoli nel vedere il Signore (cfr. Gv 20,20).
Ecco, dunque, alcuni passi da compiere per muovere in tale direzione.
Ascoltare la Parola. Il Vangelo di Luca narra gli incontri e le ultime istruzioni di Gesù ai suoi e precisa : "Allora aprì loro la mente all'intelli¬genza delle Scritture " (Lc 24,45). Il nostro incontro con Cristo è incontro di fede. E la fede - lo sappiamo - nasce dall'ascolto della Parola del Signore. Se la nostra fede è debole e smorta è perché raro e distratto è l'ascolto della Parola che la genera, la alimenta, la matura. Il periodo quaresimale è tempo favorevole per ripren¬dere o intensificare ritmi e momenti di ascolto. La Parola nella catechesi, la Parola nella liturgia, la Parola nella vita. Sia questa quaresima l'occasione per rimettere la Bibbia nel cuore dei cristiani e farne il nutrimento delle nostre assemblee.
Convertire la vita. La fede comporta la conversione, è conversione. Lo ha detto Gesù (cfr Mc 1, 15.). Solo se il cuore si rinnova, come leg¬giamo nei Profeti, è possibile diventare discepoli del Signore e accoglierne tutto il messaggio. Da che cosa e come convertirsi ? Dai nostri idoli ! Ciascu¬no li dovrà scoprire nella sua coscienza; ma ce ne sono alcuni assai comuni ed evidenti nel nostro vivere privato e pubblico e sono quelli di sempre : l'egoismo, il denaro, il consumismo, il sesso, la prepotenza, il potere, il successo ad ogni costo .. .
Lasciamoci illuminare dalla Parola di Dio e lasciamoci cambiare dalla Sua grazia, invocata nella preghiera e mediata dal gesto sacramentale della Penitenza. Aiutiamoci a vicenda, fraternamente, con il consiglio, con la correzione reciproca, con la preghiera, con l'esempio per giungere a Pasqua veramente riconciliati con Dio e con i fratelli. E con la liturgia imploriamo:
" O Dio, Padre buono e grande nel perdono,
accogli nell'abbraccio del tuo amore,
tutti i figli che tornano a te con animo pentito ;
ricoprili delle splendide vesti di salvezza,
perché possano gustare la tua gioia
nella cena pasquale dell'Agnello" (Messale Romano, p. 971).
Reinventare il digiuno. Il digiuno è antica pratica quaresimale. Oggi può appari¬re fuori luogo perfino il parlarne. Eppure la liturgia ne parla, lo illustra, lo raccomanda. Non sarà il caso di riscoprirlo nel suo valore attuale, oltre le forme e le modalità legate a tempi passati ? Il digiuno gradito a Dio, dice Isaia, è la giustizia, l'impe¬gno per la liberazione, l'opera di carità. Allora esso non è da considerare "in negativo" né è da vivere come "risparmio da accumulare". Il digiuno è rinuncia al proprio in favore di altri, è lotta al consumo e allo spreco, è solidarietà e condivisione, è fraternità che sa spezzare il pane. E', infatti, documentato a diversi livelli che la povertà di una parte dell'umanità dipenda dalla ricchezza esorbitante di un'altra parte. Allora il digiuno assume volti diversi ed è esperienza pe¬rennemente nuova. Ecco la persona in solitudine, i malati da visitare, gli emarginati dal silenzio, dall'indifferenza, dai pre¬giudizi dei quali farsi carico. Anche questo è digiuno : aprire il cuore al perdono, rendersi disponibili all'incontro, donare il tempo al dialogo.
La Caritas italiana e diocesana ci sollecita ad alcuni gradi¬ni di impegno che con le nostre comunità parrocchiali siamo chiamati ad assumere secondo la propria generosità.
- Aprire gli occhi e scoprire chi sono i poveri oggi, intor¬no a noi o lontano da noi.
- Aprire gli occhi sulla nostra vita e scoprire quello che ci è necessario, quello che è superfluo, quello che sprechiamo in spese inutili, coinvolgendo a condividere beni a lunga scadenza per il nostro Emporio.
- Impegnarsi in qualche servizio concreto durante la quaresima : aiutare una persona o una famiglia, sostenere chi soffre, contribuire ad iniziative o opere di carità.
- Partecipare alla vita della comunità offrendo tutta la propria collaborazione a servizio dei fratelli.
Lo Spirito di Gesù entri nella nostra vita, la converta e la sospinga verso la luminosa trasformazione della Pasqua. Canteremo così il nostro "Alleluja", camminando oggi nella speranza, godendo domani nella gioia piena della Pasqua eterna.
Don Alfredo Di Stefano
Parroco